SENTIERO ITALIA E CAMMINAITALIA

 

si ridotta       

 

Sentiero Italia

 

L'autostrada verde d'Italia: 6.000 chilometri e 368 tappe per unire Sardegna e Trieste

  lungo gli Appennini e le Alpi.

 

- La nascita del Sentiero Italia

- L'itinerario

- Il Camminaitalia 1995

- Il Camminaitalia 1999

 -Il Camminaitalia 2011

- Il Sentiero Italia di carta

- Manifestazioni sul Sentiero Italia

- Lettera aperta del 2005 al presidente del CAI Annibale Salsa (senza risposta) e articolo scritto nel 2009 per lo Scarpone

 (ancora non pubblicato) in occasione del decennale del Camminaitalia 1999.

 

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La nascita del Sentiero Italia

 

 

L'idea del sentiero Italia nasce da un gruppo di giornalisti del settore (Riccardo e Cristina Carnovalini, Furio Chiaretta,

Stefano Ardito, Gianfranco Bracci, Alfonso Bietolini, Roberto Matovani) ai quali presto mi aggrego anch'io

come Direttore della Rivista del Trekking.

Per promuovere il progetto, nel 1987 viene fondata l'Associazione Sentiero Italia che,

 sponsorizzata dal Segretariato Nazionale della Pura Lana Vergine, organizza varie manifestazioni in tutta Italia.

A questo punto il CAI capisce che non può rimanere estraneo all' iniziativa e

su proposta del presidente generale Leonardo Bramanti

 mi incarica di presiedere un Gruppo di Lavoro (di cui fa parte anche Leonardo Durissini di Trieste)

per studiare il possibile coinvolgimento del sodalizio allora più legato all'alpinismo che all'escursionismo.

 

Sulla spinta ideale del Sentiero Italia le cose però cambiano:

nel 1991 il CAI nomina la Commissione Centrale per l'Escursionismo

con presidente Teresio Valsesia e il Gruppo di lavoro CAI - Associazione Sentiero Italia.

Io faccio parte di quest'ultimo con la funzione di segretario e come rappresentante del CAI

assieme a Filippo di Donato e Teresio Valsesia (presidente).

Rappresentanti dell'associazione sono Furio Chiaretta, Roberto Mantovani e Riccardo Carnovalini (vice-presidente).

Nel giugno dello stesso anno il Gruppo di lavoro pubblica il primo progetto concreto del Sentiero, regione per regione.

 

 Negli anni successivi si lavora congiuntamente per concretizzare l'dea.

Filippo di Donato è il promotore del Sentiero Italia d'Abruzzo,

 la regione che può godere per prima di un tracciato segnalato.

Io lavoro in Lombardia dove il progetto viene sponsorizzato dalla Regione

grazie all'allora vice-presidente Giancarlo Morandi

 

Nel 1993 inauguro con una staffetta il tratto nord della Valtellina e l'anno successivo

 il tratto sud delle Orobie. 

                                                .

sentiero italia ridotta

 

 

L'iniziativa ha successo e Teresia Valsesia propone allora di estenderla al resto della penisola:

nasce il progetto del Camminaitalia.

 

- Nel 1995 organizzo e percorro con Teresio Valsesia e Riccardo Carnovalini il Camminaitalia 1995

 

- Nel 1999 organizzo e percorro sempre con Teresio Valsesia, il Camminaitalia 1999

 

 

Il Camminaialia 1995

 

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ll Camminaitalia 1995 è stato organizzato per verificare per la prima volta sul terreno il tracciato del Sentiero Italia.

L'ho percorso con Teresio Valsesia e Riccardo Carnovalini dividendoci più volte in gruppi  

per poter studiare contemporaneamente anche le varianti e le bretelle. Nessuno di noi quindi l'ha percorso tutto,

ma tutti abbiamo camminato in continuazione per circa sette mesi e mezzo.

Straordinario è stato l'impegno organizzativo delle sezioni del CAI nell'accoglienza e nell'accompagnamento e

pure straordinaria è stata la partecipazione dei soci:

circa 5000 persone hanno infatti camminato con noi, per una o più tappe.

 

 

Il Camminaitalia 1999

 

 

ana

 

Ho organizzato il Camminaitalia 1999 assieme a Teresio Valsesia su richiesta dell'Associazione Nazionale Alpini che,

su proposta del generale Cesare di Dato direttore del mensile Alpino, voleva festeggiate gli ottanta anni di vita del sodalizio

con una staffetta nazionale sul tracciato del Sentiero Italia.

Sono stati necessari quasi due anni di lavoro nell'ambito di una commissione mista ANA -CAI

per individuare i 3000 chilometri più significativi del Sentiero Italia ed organizzare logisticamente il cammino

Fondamentale è stato il sostegno dell'esercito.

 La staffetta giornaliera, guidata dagli accompagnatori di escursionismo del CAI,

era composta da cinque rappresentanti dell'ANA, cinque rappresentanti del CAI, cinque militari dell'Esercito

(e dove presenti da una squadra del Soccorso Alpino della Finanza).

Ospiti della staffetta sono poi stati semplici soci del CAI che si sono aggiunti per compiere tratti più o meno lunghi del Sentiero

(record di 170 persone nella tappa tra Alagna e Macugnaga).

Nel complesso il Camminaitalia 1999 (descritto nel libro Il Nuovo Camminaitalia edito dal TCI)

ha percorso nel giro di sei mesi e mezzo di cammino ininterrotto 3.025 chilometri

con 156.432 metri di dislivello.

Questo ha consentito di scattare una eccezionale fotografia dell' Italia Minore a tre chilometri all'ora.

 

 

 

Nelle fotografie: l'accoglienza degli alpini della Val Natisone, ormai in autunno, con castagne e cubana

e quella dei ladino dell’Alta Val di Fassa al rifugio Castiglioni. 

La manifestazione al rifugio Contrin dell’ANA e alle sorgenti del Piave.

Una sosta gastronomica.

 

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Il Camminaitalia 2011

 

Il Camminaitalia 2011, un viaggio a piedi di 2.000 km da Marsala a Trieste:

quattro mesi alla scoperta dell'Italia legata alla storia dell'unità nazionale.

Il plauso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

“ apprezzo il modo originale e creativo col quale è stata celebrata la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia”

 

 

 

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L’attacco alla baionetta al colle del Pianto Romano (Calatafimi). Salita al Corno Battisti (Vallarsa). Sulla cresta della Forcella a V (Marmolada)

 

 

 

Prendendo lo spunto della ricorrenza dei 150 anni dell'Unità dello Stato,

il tracciato del Sentiero Italia è stato considerato

il filo conduttore che raccorda in modo ideale

i luoghi legati alla storia non solo dell'unità dello stato (proclamazione del Regno d'Italia), ma anche di quella dell'unità nazionale

completata con la terza guerra risorgimentale e la prima guerra mondiale.

Senza dimenticare le più vicine e drammatiche vicende dalle quali è nata la nuova Italia repubblicana.

Da Marsala a Trieste ho quindi percorso, da solo e in modo del tutto autofinanziato,

 i 2000 chilometri del Sentiero Italia più legati alla storia nazionale,

senza peraltro dimenticare gli aspetti naturalistici e le testimonianze del lavoro dell'uomo.

E' stata la scoperta di un'Italia spesso erroneamente definita "minore",

lontana dai flussi del turismo di massa ma meritevole di essere conosciuta e apprezzata.

Una testimonianza della grande ricchezza di valenze storiche e artistiche che rendono unico a mondo il nostro paese.

La partenza è avvenuta da Marsala il 29 luglio. L'arrivo sul Molo Audace di Trieste (conclusione dell'unità d'Italia) il 22 ottobre.

L'esperienza è raccontata in una proiezione digitale di immagini e filmati della durata di un’ora e mezza e

in un libro dal titolo Il Camminaitalia sui sentieri dell'Unità Nazionale che illustra i luoghi legati alla nostra storia nazionale

con la descrizione degli itinerari per visitarli (dall'albero dell'Aspromonte ai cui piedi Garibaldi fu  ferito

al cippo che a Bocca Trabaria ricorda il passaggio di Anita, dal monumento di San Fermo della Battaglia,

 alla piazza "obbedisco" di Bezzecca, dal Monte Corno Battisti al Carso di Giuseppe Ungaretti).

 

                            Il film si trova sul canale di Trekking Italia di youtube: www.youtube.com/user/trekkingitalia

    ma puo essere visto anche cliccando il titolo

 

CAMMINAITALIA 2012

DA MARSALA A TRIESTE SUI SENTIERI DELL'UNITA' NAZIONALE

                                                                              

 

 

 

 

Il libro (110 pagine con 250 fotografie a colori)          copertina libro

può essere acquistato su richiesta al costo di 20 euro comprensive delle spese di produzione (giancarlo.corbellini@alice.it).

 

Per tenere viva l'idea e per venire incontro a quanti mi chiedono informazioni sul percorso 

ho digitalizzato il testo del volume Il Camminaitalia sul sito da me appositamente aperto 

www.sentiero-italia.it

 

                Il Sentiero Italia di carta                                        

 

    

Il Camminaitalia, scritto con Teresio Valsesia e Riccardo Carnovalini è la descrizione tappa per tappa del Sentiero Italia

percorso durante l'inaugurazione del 1995. Editoriale Giorgio Mondadori, in libreria. Vedere anche la voce Sentiero Italia.

 

        Il Nuovo Camminaitalia, scritto con Teresio Valsesia è il racconto delle tappe compiute nel 1999 durante la seconda edizione del

Camminaitalia realizzata a staffetta per festeggiare gli ottant'anni di fondazione dell'ANA. T.C.I. in libreria.

 

Il Sentiero Italia della Lombardia, I volume (la direttrice Nord), II volume (la direttrice Sud), Edizioni Iter, in libreria.

 

Il Sentiero Italia, carta topografica con tracciato e descrizione delle tappe, Editoriale Giorgio Mondadori, il libreria.

 

Sentiero Italia, Sentiero Europa, Sentiero Sardegna è la dotta guida dell'itinerario sardo scritta da Salvatore Dedola.

 Una vera "bibbia" indispensabile a quanti intendono percorrerlo. Da segnalare i capitoli dedicati alla toponomastica e la cartografia.

 

Video: il racconto per immagini delle due edizioni del Camminaitalia è stato realizzato dal compianto

Renato Andorno (Photottica Andorno di Ghemme).

 

Manifestazioni sul Sentiero Italia

 

 

Grazie a Trekking Italia è stato possibile festeggiare i dieci anni del Camminaitalia organizzando (purtroppo senza gli alpini dell'ANA)

due tratti del Sentiero Italia:

 

          -luglio 2009: Sentiero della Pace in Lombardia dal Cancano a Santa Caterina

in collaborazione con la sezione della Valfurva del CAI.

 

 E' A DISPOSIZIONE IL FILM IN DVD IL SENTIERO DELLA PACE IN ALTA VALTELLINA .

 

- settembre 2009: Sentiero della Pace in alta Val di Fassa in collaborazione con le sezioni della SAT-CAI di Moena e di Canazei.

 

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Sulla ferrata degli alpini al Passo Fedaia                                                 In Alta Val di Fassa                                                         Cena al rifugio Fuciade

 

 

 

Lettera aperta del 2005 al presidente del CAI Annibale Salsa (senza risposta) e

 articolo scritto nel 2009 per lo Scarpone

(non pubblicato) in occasione del decennale del Camminaitalia 1999.

                                                     

 

Riporto l'articolo pubblicato sullo Scarpone in occasione del "compleanno" del Sentiero Italia del 2005.

 Purtroppo nulla si è mosso a livello centrale e,

come dimostra anche la mancata risposta della mia lettera da parte del presidente generale,

sembra che il progetto del sentiero sia stato del tutto abbandonato a vantaggio di altre iniziative (ad esempio la Via Alpina)

e lasciato al volontariato meritorio ma episodico delle sezioni interessate dal tracciato.

Invito quindi  tutti i soci che mi scrivono chiedendo informazioni a rivolgersi direttamente alle sezioni di competenza

in quanto in Sede Centrale del CAI non esiste più da anni una struttura di coordinamento.

 

Il 13 di febbraio 1995 prendeva le mosse da Santa Teresa di Gallura la prima edizione del Camminaitalia.

Il gruppo degli escursionisti, guidato dal sottoscritto, da Teresio Valsesia, allora vice-presidente del CAI,

 e da Riccardo Carnovalini, sarebbe arrivato a Muggia di Trieste otto mesi dopo, precisamente il 6 ottobre,

dopo aver percorso le 368 tappe del Sentiero Italia per un totale di 3.600 chilometri.

Alle spalle di questa grande manifestazione, che ha visto la partecipazione di più di 5.000 soci del CAI,

 stavano anni di progettazione e di lavoro.

Innanzitutto la nascita dell’idea di quella che venne definita “l’autostrada verde d’Italia”

ad opera di un gruppo di giornalisti unitisi nell’associazione Sentiero Italia.

 Poi, per merito dell’allora presidente Bramanti, il coinvolgimento del CAI che istituiva

il gruppo di lavoro CAI-Sentiero Italia volendo affermare così - e allora la cosa non era scontata -

l’autonoma dignità dell’attività dell’escursionismo nell’ambito del sodalizio.

 Infine la preparazione dell’avventura resa  possibile dall’attiva ed entusiasta partecipazione di tutte le sezioni del CAI,

specialmente di quelle del centro-sud.

Venne fondata anche una specifica testata - Sentiero Italia - diffusa per abbonamento.

Visti in prospettiva storica, i risultati pratici del Camminaitalia ’95 furono davvero notevoli:

 l’individuazione e il monitoraggio del tracciato del Sentiero Italia,

la sua descrizione nel volume edito dalla Giorgio Mondatori,

gli splendidi filmati realizzati dal compianto Renato Adorno,

l’impegno delle sezioni a mantenere in vita e a segnalare l’itinerario.

In campo CAI, sulle ali dell’entusiasmo il Camminaitalia ’95 ha portato ad un aumento dei soci nel sud d’Italia,

dove si sono perfino costituite nuove sotto-sezioni e sezioni,

e, a livello centrale, alla istituzione della Commissione Centrale per l’Escursionismo

alla quale venne demandata la realizzazione del progetto.

 Il motto “camminare per conoscere” diventava a poco a poco una bandiera per il CAI e si imponeva soprattutto

nel settore giovanile nel quale l’avventura del Sentiero Italia creava un positivo impatto emozionale.

Nel 1999 si è svolta una seconda edizione del Camminaitalia

organizzata a staffetta assieme all’ANA per festeggiare i suoi ottant’anni di fondazione.

Le sue conseguenze nel mondo del CAI non sono però state così forti come la prima.

Ma cosa è rimasto del Camminaitalia a distanza di dieci anni?

Oggi, grazie al lavoro della Commissione Escursionismo, abbiamo raggiunto l’uniformità della segnaletica

(ottimo il lavoro portato avanti da Guido Bellesini) e in molte zone è in fase di realizzazione

su base informatica il catasto dei sentieri.

Per quanto riguarda il Sentiero Italia, i lavori più importanti sono stati fatti nel sud con la tracciatura di lunghi tratti,

ad esempio in Calabria e in Campania.

Tranne in qualche caso, però, non è stato risolto il problema più importante,

quello dei posti tappa che consentano di percorrerli senza ricorrere alla tenda e

 questo rende spesso i sentieri delle vere e proprie “cattedrali nel deserto”.

 Nel Centro Nord segnalazioni ad hoc sono state realizzate in Abruzzo,

(con la Lombardia regione capofila nell’attuazione del progetto grazie all’azione di Filippo Di Donato),

in Piemonte (ad esempio nelle valli di Lanzo), in Lombardia e

soprattutto in Trentino (grazie all’impegno appassionato di Tarcisio De Florian).

Ma quello che oggi manca è un coordinamento centrale specifico. L’associazione Sentiero Italia non ne ha i mezzi e le forze.

Il gruppo di lavoro CAI-Sentiero Italia non è più attivo.

La Commissione Escursionismo da qualche anno non organizza più specifiche escursioni guidate sul sentiero,

tanto che è nata una associazione privata, IL CLUB DEL CAMMINAITALIA,

 formata da vecchi partecipanti ai due Camminaitalia

(ne è presidente la sondriese Nicoletta Del Vecchio) che ogni anno propone ai soci gite e trekking

lungo il sentiero allo scopo di mantenerne in vita l’idea.

 Occorre quindi rinnovare l’entusiasmo e l’impegno del sodalizio in questo progetto orami famoso in tutta Europa,

così che  “il sogno lungo 6000 chilometri” possa davvero diventare

 una realtà, la spina dorsale dell’attività dell’escursionismo inteso come “avventura della conoscenza”.

 

All’attenzione del Presidente Generale del CAI

          Prof. Annibale Salsa

 

 

  Caro presidente,

 

di ritorno dal mio viaggio in bicicletta lungo la Via della Seta da Como a Pechino

 ho trovato alcune e-mail di soci CAI che, avendo percorso tratti del Sentiero Italia,

si lamentano dello stato dei sentieri e della mancanza di segnaletica.

Hanno scritto a me in quanto il mio indirizzo elettronico era stato pubblicato sullo Scarpone

a calce di un articoletto sull’argomento e perché si ricordavano del mio decennale impegno

nell’ideazione e nella realizzazione del progetto.

Proprio sul nostro notiziario ho letto poi altre notizie sulla Via Alpina di cui si sarebbe ultimando la tracciatura.

Perché nessuno parla più del Sentiero Italia? E’ davvero un peccato che un patrimonio di così grande spessore,

al quale il CAI ha dedicato tante risorse umane ed economiche, venga sempre più dimenticato.

La Commissione per l’Escursionismo è impegnata in tante altre iniziative peraltro degne di lode

 (ad esempio Trenotrekking) e solo l’associazione privata del Camminaitalia

tiene viva l’idea organizzando escursioni sull’itinerario.

Quanto avvenuto in questi anni mi ha convinto che, proprio prendendo l’esempio della Via Alpina,

anche il Sentiero Italia necessiti di un organismo di coordimento  e di promozione centrale che, fra l’altro, già esiste.

Mi risulta infatti che il Gruppo di Lavoro Sentiero Italia, di cui ero segretario, non sia mai stato abolito.

Perché, cogliendo anche l’occasione del decennale dell’inaugurazione,

non rilanciare a livello nazionale il progetto riprestinando magari il Gruppo di Lavoro come punto di riferimento di ogni iniziativa?

Il CAI di Bizzarone, ad esempio, ha appena terminato la nuova tracciatura dell’itinerario di sua compentenza

 e a metà ottobre mi ha chiesto di tenere delle conferenze per le scuole riutilizzando

la mia vecchia mostra fotografica che giace dimenticata in sede.

E a me si rivolgono anche molti giornalisti (specialmente stranieri, l’ultimo è stato un olandese)

 che vogliono avere informazioni sul Sentiero.

A mio parere sarebbe di prestigio per il CAI che tutto questo avvenisse in un contesto più istituzionale.

Cosa ne pensa? A disposizione per ogni ulteriore chiarimento, la saluto con amicizia.

 

 

Sentiero Italia: sogno spezzato?

 

Sono passati 10 anni dall’ultima edizione del Camminaitalia, quella della staffetta ANA-CAI,

che avrebbe dovuto costituire  la consacrazione del Sentiero Italia come asse portante dell’escursionismo italiano

lanciato a suo tempo dall’omonima associazione di giornalisti del settore come l’”Autostrada verde d’Italia”.

Nel silenzio generale ho voluto ricordarla organizzando tre eventi lungo tre tratti significativi del Sentiero:

 la Linea Cadorna, il Sentiero della Pace della Lombardia, il Sentiero Italia in alta Val di Fassa. 

Non posso certo nascondere la delusione nel constatare quante risorse umane ed economiche sono state gettate al vento dal CAI.

 Nato con innegabili speranze  (grazie, va ricordato, alla lungimiranza del past president Bramanti

 promotore del gruppo di lavoro Sentiero Italia-CAI

e all’impegno del successore De Martin), realizzato grazie al volontariato e alla passione di tante sezioni

(specialmente di quelle del centro-sud) e pubblicizzato anche all’estero dalle due edizioni del Camminaitalia,

 il Sentiero Italia è di fatto completamente abbandonato dal CAI.

 Altre iniziative, più fruttuose economicamente e politicamente hanno preso il sopravvento

e così, ad esempio, sui sentieri dello Stelvio al posto del logo del Sentiero Italia

si trova oggi quello (peraltro discreto) della Via Alpina.

 Lo stesso è successo  in Valmalenco dove i progettisti della nuova  e costosissima segnaletica formato CAI

si sono del tutto dimenticati  del Sentiero Italia

limitandosi in modo provincialistico alla rete locale e creando così una cesura tra la Valchiavenna e la zona di Tirano

dove il logo SI riappare per essere presente fino a Livigno.

Diversa è invece la situazione riscontrata in Trentino dove il Sentiero Italia

(abbiamo percorso il tratto dal Passo San Pellegrino al Passo Fedaia attraverso il rifugio  Fuciade -

  al primo posto fra le strutture del Sentiero Italia per la cucina- e il rifugio Contrin) è stato segnato in modo puntuale

dalle locali sezioni della SAT di Moena e di Alta Val di Fassa)

con cartellonistica diversa da quella ufficiale del CAI (legno e plastica) ma elegante e funzionale.

Forse aveva ragione il vecchio Durissini, membro triestino del gruppo di lavoro,

 ad essere contrario alla realizzazione dei Camminaitalia

 considerati solo come fatto  politico e vetrina di dirigenti e

non come contributo fattivo alla segnalazione e alla realizzazione dei sentieri. 

Purtroppo il danno di immagine è stato fatto poiché all’estero credono ancora nell’esistenza del sentiero

e chiedono informazioni per percorrerne alcuni tratti, non al CAI però,

bensì (forse per assonanza) all’associazione Trekking Italia che non può che dichiarare la sua incompetenza

non avendo referenti regionali in grado di fornire indicazioni aggiornate.

E’ vero che il Sentiero Italia continua a vivere grazie alle iniziative dell’associazione Camminaitalia

 e alle sezioni del CAI a suo tempo coinvolte

 (basti pensare per la Lombardia a quelle di Bizzarone e della Valfurva e in Trentino alla SAT di Moena

alle quali va il ringraziamento per il sostegno dato alla manifestazione) ed è questa la vera forza del CAI.

Ma manca il necessario coordinamento nazionale e regionale,

cosa richiesta alla presidenza già nel passato ma rimasta senza risposta.

L’esempio degli stati confinanti (Francia e Svizzera) non ha insegnato niente.

E’ facile individuare e pubblicizzare un sentiero (anche se lungo 6000 chilometri)-

E’ più difficile onorare  l’impegno preso e continuare nel tempo a mantenerlo in esercizio e

 a renderlo fruibile a quanti vogliono percorrerlo pur a tratti.

 Il volontariato è la forza motrice del CAI, ma se la sua azione manca di continuità diventa controproducente.

Prima di partire avevo preparato una conferenza dal titolo Buon Compleanno Sentiero Italia. 

 In occasione della manifestazione a Sant’Antonio Valfurva l’ho cambiato in “Sentiero Italia: sogno spezzato”.

La conferenza è a disposizione delle sezioni interessate ed è anche l’occasione per ricordare la figura di Renato Andorno,

 il compianto operatore e regista dei due documentari dedicati al Camminaitalia 1995 e 1999.

                                                                                             

 

 

 

 

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