Le grandi avventure in bicicletta sulle strade del mondo. Ma anche tranquille passeggiate in Italia
La mia quinta bicicletta appena comprata usata dopo il furto di quattro sue sorelle in due anni.
Quanto resisterà?
Sul Tetto del Mondo in bicicletta
Da Lhasa a Kathmandu passando per il capo base dell’Everest, una straordinaria esperienza sportiva e culturale in collaborazione con Navyo Nepal.
.
Pedalare sull’altipiano del Tibet è sogno di molti cicloturisti
per la sua nota spettacolarità sia per i passi alti che per il paese che attraversa e la sua storia particolare.
Le quote elevate e i passi frequenti li danno la fama di un tour fra i più impegnativi e attraenti del mondo.
Dopo un acclimatamento in Kathmandu e sopratutto in Lhasa, il tour affronta con delle tappe “facili” che gradualmente
portano in ”in alto” per superare al meglio la grande catena Himalayana prima di discendere
su uno dei più lunghi downhill del mondo per addentrarsi nel subtropicale Nepal.
Passi oltre i 5000 metri, laghi incantevoli e monasteri spesso in paesaggi mozzafiato aspettano
quanti affrontano questo raid spettacolare.
Da Lhasa si parte per il primo passo Khamba La e il famoso lago sacro di Yamdrok Tso.
Il primo passo oltre i 5000 metri è il Karo La, incastonato fra ghiacciai enormi che
porterà alle città mercantili di Gyantse e Shigatse.
Il percorso si fa più impegnativo per i passi che aprono il panorama sugli ottomila prima e
poi portano infine al “cuore dell’Himalaya” rappresentato dal monastero di Rongbuk,
dove i monaci meditano d’innanzi al monte Everest.
Qui a oltre 5000 metri l’imponenza della parete nord e la solitudine ispirano non solo la meditazione e la preghiera del monaco,
ma anche di sicuro chiunque che giunga in questo luogo unico al mondo.
Si prosegue per gli ultimi passi da superare che portano con il downhill più spettacolare del mondo
da quota 5050 a quota 540 metri in appena due tappe dal Thong La a Dolaghat,
passando dal altipiano Tibetano alle vallate verdeggiante del subtropicale Nepal.
Giunti a Kathmandu si ha certamente ogni ragione per festeggiare il tour
in uno dei molti buoni ristoranti della città. Un viaggio straordinario per molti versi.
Nel 2012 i cinesi avevano chiuso il campo base dell’Everest per cui dal Ghitso la
si è dovuti proseguire direttamente per il paese di Tingri saltando la deviazione per il Rongbuk.
Il percorso ufficiale della “strada dell’amicizia” è oggi completamente asfaltato per cui risulta più adatto
alle biciclette da corsa e alle city bike che alle mountain bike. La traversata da Lhasa a Katmandu può essere così
realizzata da buoni ciclisti allenati in otto giorni.
Cliccare per vedere il film della Lhasa- Katmandu
Da Lhasa a Kathmandu lungo la “strada dell’amicizia”,
una straordinaria esperienza sportiva e culturale in collaborazione con Navyo Nepal.
Programma realizzate in novembre 2012 con bicicletta da corsa senza il Campo Base dell’Eevrest chiuso dai cinesi.
Nel 2012 i cinesi hanno chiuso il campo base dell’Everest per cui dal Lhakpa la si è dovuti proseguire direttamente per Tingri
saltando la deviazione per il Pang la e Rongbuk.
Il percorso ufficiale della “strada dell’amicizia” è oggi completamente asfaltato per cui risulta più adatto
alle biciclette da corsa e alle city bike che alle mountain bike.
La traversata da Lhasa a Katmandu può essere così realizzata da buoni ciclisti allenati in otto- nove giorni
con pernottamenti in guest house e in tenda.
Primo giorno: Lhasa - Yamdrok Tso - Nagarste
(km 136; dislivello in salita: 1.517 m; tempo di percorrenza: circa 8 ore con sosta pranzo)
Iniziamo il tour alla periferia di Lhasa ai piedi del beneaugurante Budda Sakyamuni scolpito nella roccia.
Percorriamo in piano la valle del Kyi Chu (il fiume della felicità che attraversa Lhasa)
fino al ponte sul fiume Yarlung Tsangpo (Bramaputra). Qui lasciamo a destra l’autostrada e la ferrovia per
Shigatse e iniziamo la salita del Khamba la. La prima asperità del tour si vince in stile alpino con la strada che per 24 chilometri
si innalza a tornanti fino ai 4.794 metri del Khamba la (la in tibetano significa passo) segnato dai festoni delle lungta,
le bandiere della preghiere che incontreremo sempreanche nei prossimi valichi.
Dal passo si scende fino sulle rive di uno dei rami dello Yamdrok Tso, il lago dello scorpione, uno dei quattro laghi sacri del
Tibet, che si ramifica ai piedi della catena culminante nella piramide dello Nojiing Khangtsang (7.223 m).
Si costeggiano con leggeri saliscendi le rive del lago (spazi attrezzati per pic nic) e si raggiunge al suo termine
il paese di Nagartse dotato di un modesto albergo cinese (4.500 m).
Secondo giorno: Nagarste - Gyantse
(km 104; dislivello in salita: 1.380 m; tempo di percorrenza: circa 6 ore con sosta pranzo)
La tappa di oggi prevede lo scavalcamento della catena dello Nojing Khangtsang e
la discesa nella valle di Gyantse. Con una ascesa continua e regolare
di 30 km si risale serpeggiando una stretta valle e si raggiungono ai piedi di ghiacciai i 5.047 metri del Karo la,
alla base della spettacolare seraccata del Nojing Khangtsang dove si trova un insediamento di pastori di yak.
Al passo, storico confine fra le province di U e di Tsang, nel 1904 si è combattuta la più alta battaglia
fra il contingente inglese del colonnello Younghusband e le truppe tibetane.
La lunga discesa porta infine prima a Penan Xian poi nella città di Gyantse
situata in una vallata laterale dello Yarlung Tsangpo.
Gyantse (3.980 m) , la quarta città del Tibet, è dominata da un imponente dzong,
il forte assediato e conquistato dagli inglesi nel 1904.
Nel tardo pomeriggio possibile visita al complesso monastico fortificato di Pelkor Chode e
al caratteristico Khumbum costruito nel XV secolo a forma di stupa nepalese.
Terzo giorno: Gyantse - Shigatse
( 93 km; dislivello in salita: 680 m; tempo di percorrenza: circa 4,30 ore con sosta pranzo).
In mattina si percorre, in leggera discesa ma con qualche saliscendi, la valle del Nyang chu, affluente dello Yarlung Tsangpo.
Ci troviamo nel cuore della regione agricola del Tibet, punteggiata da villaggi tra campi di orzo e di frumento.
Superato il viadotto della nuova stazione ferroviaria, si entra quindi nella seconda città del Tibet e
capitale storica della provincia di Tsang (3.860 m). Dopo la sistemazione in albergo, c’è tutto il tempo per visitare
il grande monastero di Tashilulpo, antica sede dei Panchen Lama.
Quarto giorno: Shigatse - Lepu
( km 97; dislivello in salita 780 m ; tempo di percorrenza con sosta pranzo : ore 6)
Tappa pianeggiante e veloce con superamento dopo circa 40 km del facile e quasi impercettibile Tra la
tagliato dalla nuova strada (4.050 m),
proseguiamo a sud del corso dello Yarlung Thangpo con un percorso leggermente ondulato e
giungiamo nei pressi di Lepu dove è possibile montare
un campo tendato (4.100 m).
Quinto giorno: Lepu - Latzhe - Chentsol
( km 80; dislivello in salita: 1.330 m); tempo di percorrenza: ore 7
Dal campo superiamo il Tsuo la ( 4.520 m) dal quale si scende nella valle del Sakya Trum chu,
affluente dello Yarlung Tsangpo, dove lasciamo a sinistra
il bivio per il monastero di Sakia, storica sede della scuola Sakia pa.
Si può notare come tutte le case vecchie riportino sulla facciata i colori distintivi di
appartenenza al monastero: il bianco, il rosso e il blu scuro che fanno riferimento ai tre principali bodhisattva,
Avalokitesvara ( Cenrezing), Manjushry (Jampelyang) e Vajrapani (Chana Dorje).
In piano con qualche saliscendi arriviamo così alla cittadina di Lhatzè e
dopo cinque chilometri al check point della polizia (4.050 m).
Qui lasciamo a destra la strada che attraversa la Yarlung Thangpo diretta verso la regione del Kailas e
affrontiamo la più impegnativa salita del tour: 25 chilometri con 1.200 metri di dislivello
lungo la valle del Chusar chu che portano ai 5.250 metri del Lhakpa la. E’ consigliabile però interrompere la salita in
corrispondenza dello spiazzo di Chentsol dove a 4.800 metri e a circa sei chilometri dal passo
è possibile montare un campo tendato ed effettuare il pernottamento più in quota del tour.
PS. Se le condizioni fisiche lo consentono è possibile superare il passo in giornata e
scendere per il pernottamento alle guest house di New Tingri così
da evitare il campo tendato (127 km; 1.730 metri di dislivello).
Il giorno successivo si potrà così superare il paese di Tingri e porre il campo tendato
in prossimità del Lalung la.
Sesto giorno: Chentsol - Pelbar - Tingri
(km 120; dislivello in salita 690 m; tempo di percorrenza con sosta pranzo: ore 7)
Dal campo terminiamo l’ascesa al Lhakpa la che segna lo spartiacque fra il bacino dello Yarlung Tsangpo - Bramaputra
e quello del Phung chu-Arun, affluente del Gange e
l’ingresso nel Parco Nazionale del Chomolangma (Qomolangma Nature Preserve).
Iniziamo quindi la discesa di 30 km che con lunghi tratti di falsopiano ci porterà
a Pelbar ( bivio per Shegar; New Tingri; 4.200 m) con una sosta d’obbligo nel punto panoramico dal quale compare
isolata la piramide dell’Everest. Da New Tingri superiamo un check point e
dieci chilometri dopo la deviazione a sinistra per il passo Pang la (5.150 m),
accesso al monastero di Rongphuk e al campo base nord del Chomolangma lungo una strada sterrata.
Proseguiamo sulla sinistra della grande vallata chiusa a nord dalla costiera della montagna sacra del Tsebla e
dopo 60 km di veloci saliscendi per complessivi 300 metri di salita giungiamo a Tingri (4.340 m)
dove si apre la vista sul gruppo del Cho Oyu e sul più lontano Chomolangma.
Tingri, dotato di una ghest house, era il punto di partenza delle
carovane dei commercianti tibetani diretti a Namche Bazar, nel Kumbu nepalese attraverso il Nangpa la (5.741 m).
Settimo giorno: Tingri -Nyalam - Zhangmu
( km 140; dislivello in salita: 1.115 m; tempo di percorrenza con sosta pranzo: ore 8)
Da Tingri continuiamo a percorrere la valle punteggiata da villaggi con i loro campi terrazzati e
dai ruderi delle torri e delle fortificazioni risalenti all’invasione dei Gurka nepalesi della fine del XVIII secolo.
Dopo 63 chilometri arriviamo ad un bivio: lasciamo a destra la nuova strada asfaltata
diretta al campo base dello Shisapangma e alla regione del Kailas e
affrontiamo con larghe serpentine il primo passo di 4.990 m, il Lalung la, vero balcone naturale sul gruppo
dello Shisapangma (8.013 m) che emerge isolato con i suoi ghiacciai tra le sassaie del deserto d’alta quota.
Una breve discesa ci fa perdere circa 150 metri di quota fino alla valle del Lalung chu
ancora tributario del Pungh chu- Arun dove si trova una stazione di manutenzione della strada .
Da qui riprendiamo a salire verso il Thang la (5.050 m) che raggiungiamo dopo un lunghissimo rettilineo chiuso
all’orizzonte dalla catena montuosa culminante nei 7.135 metri del Gaurishankar.
Inizia ora quello che viene considerato il downhill più lungo del mondo
che ci porterà fino ai 550 metri del ponte di Dolalghat in Nepal.
La strada perde prima quota a tornanti poi si sviluppa in lunghi rettilinei
superando numerosi villaggi con i loro campi terrazzati.
Dopo la cittadina di Nyalam (la “porta dell’inferno”) la strada- da questo momento soggetta a
frane - si incassa nelle cosiddette “gole del diavolo” intagliate da cascate
mentre la vegetazione passa dai cespugli, alle conifere, alla lussureggiante foresta subtropicale.
Un ultimo checkpoint ed eccoci alla cittadina di confine di Zhangmu (Khasa; 2.400- 2.200 m),
con le sue case allineate lungo una serie di tornanti, dotata di numerosi alberghi e
punto di passaggio obbligato delle merci dirette in Nepal come dimostrano le infinite code di camion.
PS. Per ridurre questa tappa, molto lunga e impegnativa sono possibili due alternative.
La prima è di superare il paese di Tingri e di mettere il campo tendato più a monte verso il bivio per il Kailas
così da guadagnare una trentina di chilometri. L’altra è di fermarsi a pernottare a Nyalam e di
percorrere gli ultimi 30 chilometri di discesa il giorno successivo.
Va ricordato che la dogana cinese apre alle 10 di mattina, ma per raggiungerla da Zhangmu
è necessario abbandonare il pulmino cinese all’altezza della vecchia dogana e
scendere a quella nuova (8 km) con dei taxi. Il passaggio di frontiera attraverso il “ponte dell’amicizia”
avviene a piedi con portatori nepalesi che trasportano i bagagli fino alla dogana nepalese di
Kodari dove si trova il pulmino del corrispondente nepalese.
Ottavo giorno: Zhangmu - Katmandu
(140 km; dislivello in salita: 1590 m; tempo di percorrenza con sosta pranzo: ore 8.
Da Zhangmu seguiamo tutta la trafila burocratica che con i taxi e i portatori
ci fa scendere alla dogana nepalese di Kodari. Caricati i bagagli sul bus nepalese
iniziamo a discendere la valle del Bhote Kosi che fino al ponte di Barabise
è soggetta a continue frane stagionali specialmente nell’area di Tatopani.
Se si rendesse necessario per le pessime condizioni della strada,
è possibile un trasferimento su bus fino al ponte di Barabise dove inizia la strada buona che con qualche breve ma ripido strappo
si sviluppa in un paesaggio animato da molti villaggi con i loro caratteristici bazar, a fianco di
terrazzi agricoli coltivati a miglio, a grano e a riso, sempre a monte del corso del Bhote Kosi utilizzato per il rafting.
Un ripido strappo consente infine di passare dal bacino del Bhote Kosi a quello del suo affluente Sun Khosi
per poi scendere al ponte di Dholaghat, il punto più basso del tour (540 m; 81 km).
Inizia ora la lunga e impegnativa salita a serpentine e a tornanti che in 25 chilometri porta ai 1.600 metri di quota di Dhulikel,
la collina dalla quale appare tutta la catena himalayana che abbiamo attraversato da nord a sud il giorno precedente.
Da qui inizia la discesa verso la valle di Katmandu (30 km).
Il traffico della capitale nepalese suggerisce però di fermarsi alle sue porte a Braktapur o più in alto a valle di Banepa
dove la grande statua di Shiva eretta a protezione della valle
può essere considerata la fine ideale del lungo ed entusiasmante tour.
PS. Le ultime due tappe risultano molto lunghe.
Si può quindi prevedere di pernottare a Nyalam e di coprire gli ultimi 30 chilometri di discesa a Zhangmu il giorno seguente
ed eventualmente di spezzare in due l’ultima tappa (soprattutto se si perde molto tempo nel passaggio di confine) con un
pernottamento supplementare nei lodge dopo Barabise o a Dhulikel.
Il percorso e le tappe relative vanno comunque dimensionate sulla capacità e sull’allenamento dei ciclisti
in considerazione anche della possibilità di piazzare il campo tendato quando necessario.
Per quanto riguarda l’ultima tappa è comunque preferibile con city bike superare con un trasferimento
in bus la zona di frane di Tatopani
Periodo ideale di effettuazione: fra la metà di settembre e la metà di ottobre
quanto vi sono più ore di luce (attenzione perché l’ora in Tibet è quella di Pechino),
le temperature sono meno rigide e
soprattutto si trova meno vento contrario (che in ogni caso soffia sempre al pomeriggio).
Lungo la Ruta 40 i parchi nazionali del Fitz Roy, del Cerro Torre e delle Torri del Paine. Con arrivo
nella Tierra del Fuego a Ushuaia.
1 giorno, viaggio aereo Italia - Buenos Aires
2 giorno, volo aereo Buenos Aire - Bariloche
3 giorno, Bariloche - prova delle biciclette nel Parco Naturale Nahatel Huapi
4-5-6 giorno, Bariloche - Esquel (tre tappe, km 290)
7-8-9 giorno, Esquel - Alto Rio Senguer (tre tappe, 213 km)
10-11 giorno, Alto Rio Senguer-Perito Moreno (lago Buenos Aires; due tappe, km 590)
12-13 - 14 giorno,trasferimento in bus da Perito Moreno a El Cialten;
visita al Parco Nazionale Los Glaciales (Cerro Torre - Fitz Roy)
15 giorno, El Cialten - El Calafate; trasferimento km 89 in bus + in bici
16-17 giorno, Visita al ghiacciaio Perito Moreno (bus o bicicletta)
18-19 giorno - El Calefate - Cerro Castello (Cile)
20 giorno Carro Castello - Hs Pehoè - visita al Parco Nazionale Torres del Paine
21 giorno Hs. Pehoè - Puerto Natales
21 giorno Puerto Natales - Punta Arenas (247 km)
23, Traversata dello Stretto di Magellano in traghetto
24-25, Porvenir- Rio Grande (Argentina; 238 km)
26- 27, Rio Grande - Ushuaia (km 224)
28, Sosta a Ushuaia
29- 30, Volo per Buenos Aires - Volo per l’Italia
La spedizione è rivolta ad amatori della mountain bike dotati di un buon allenamento e
spirito di adattamento (condizioni meteorologiche avverse per il vento).
Pernottamenti in hotel o in campeggi fissi o mobili
. Bus al seguito per il trasporto dei bagagli, dei ciclisti e delle biciclette durante i trasferimenti.
Nel caso di gruppi sponsorizzati si garantisce un ritorno pubblicitario mediante articoli e video. Periodo: febbraio. Costo da definire.
Giancarlo Corbellini ha guidato i ciclisti che hanno effettuato nel 2005 la Como-Pechino (Via della Seta),
nel 2006 la Como-Gerusalemme e nel 2012 la Lhasa - Katmandu.
Olanda in veliero e bicicletta
www.bicinvaligia.com
Olanda sud + fattorie
Allarghiamo l’orizzonte Olandese alla scoperta di due regioni del Sud-Est: Utrecht e Brebant.
Naturalmente abbiamo scelto due magnifiche strutture, una volta aziende agricole e
quindi ancora inserite nella natura. Quella più a Sud, ci consentirà di fare una escursione a Venlo,
ai confini con Germania e Belgio, che ospita la decennale Floriade,
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PROGRAMMA (9 giorni/8 notti) – dal 6 al 14 Agosto
Il Camino di Santiago di Compostela
Primo giorno: Trasferimento a Bayonne via treno con cambio a Parigi e pernottamento .
Secondo giorno: arrivo in mattinata in treno a Saint-Jean Pied de Port (Paesi baschi Francesi) -
ritiro delle credenziali; incontro con il camper con le biciclette smontate già arrivato dall’Italia e
partenza per la prima tappa destinazione Roncisvalle (via bassa ciclistica su asfalto)
km 23 - ore 4 – percorso di montagna da 180 a 960 metri – 80% asfalto -
2 a Roncisvalle-Pamplona (445 m) km 43 (strada asfaltata C 135 che permette di superare
due alti di 935 e 801 m adatti solo a mountain bike)
3 tappa, Pamplona- Estella (450 m) km 45,5 (strada asfaltata;possibili
tratti di sentiero difficili
4 tappa, Estella- Logrono (383 m) km 50,5
5 tappa, Logrono – Santo Domingo (640 m) km 50
6 tappa, Santo Domingo- Burgos (860 m) km 76 (dure salite; alto de la Padraja,m 1130 m)
7 tappa, Burgos- Carrion de los Condes (838 m) km 83,5 (quota massima Alto de Mosterales; 920 m)
8 tappa, Carrion - Sahagun (816 m) km 40 (facili tratti di sterrato); può essere unita alla successiva
9 tappa, Sahagun – Leon (838 m) km 57,5 (percorso in genere pianeggiante)
10 tappa , Leon- Astorga (873 m) km 51 (variante su asfalto)
11 tappa, Astorga –Ponferrada ( 540 m) km 54 (salita su asfalto alla cruz de Hierro, m 1540)
12 tappa, Ponferrada- O Cebreiro (1320 m) km 54,5 (12 km di salita per arrivare a fine tappa)
13 tappa, O Cebreiro - Sarria (440 m) km 42 (tappa di discesa ma con due salite;
Alto de Poio e Alto de Riocabo)
14 tappa, Sarris – Palas de Rei (565 m) km 46 (percorso molto ondulato;
si può proseguire fino Melide (+15 km)
15 tappa, Palais de Rei - Santiago (300 m) km 68 o 53 - percorso ondulato
16 tappa, sosta
17 tappa, Santiago – Olveiroa (270 m) km 54 - percorso ondulato
18 tappa, Olveiroa- Finisterre (o m) km 74 – percorso ondulato ;
le due tappe posso essere
unite se si sceglie l’asfalto integrale
Ritorno con bus a Santiago e partenza in aereo per l’Italia
(voli Iberia - Ranayr – Aireurope) con cambio a Madrid
OSSERVAZIONI
Km 800 (percorso misto camino e carretera con circa l’80% di sterrato) + 130 per Finisterre
(variante ciclista per Muxia). Se si opta solo per la carretera calcolare circa 80 chilometri in più.
Regioni attraversate: Navarra (150 km), Roja (60 km),Castiglia e Leon (360 km),Galizia (170 km) -
Città importanti: Pamplona, Logrono, Burgos, Leon.
Periodi migliori: da maggio a giugno; da settembre a ottobre.
Non ha senso partire dall’Italia perché raddoppierebbe il percorso con tratti senza interesse;
già così bisogna programmare come minimo 21 giorni
(andata in treno e rientro in aereo).
Alloggio: per un gruppo superiore a 10 persone bisogna assolutamente servirsi degli alberghi
perché non è garantita l’ospitalità negli ostelli o nei rifugi municipali dove non è mai possibile prenotare.
Inoltre chi va in bici deve sempre dare la precedenza a chi cammina.
Nei periodi di maggiore afflusso i ciclisti sono ospitati in palestre strutture analoghe.
Esistono però rifugi a gestione privata (RP) dove di solito è possibile prenotare e
una catena di hostales (piccole pensioni da 30 euro di mezza pensione) dove si può anche fare la doccia.
Tipo di percorso: il camino classico alterna tratti di sterrato e di sentieri anche difficili (80 %)
a tratti di asfalto (20%). Naturalmente si può seguire sempre l’asfalto o sceglierlo
come alternativa per evitare i settori più impegnativi. La scelta fra camino e
carretera va fatta comunque sul posto in base alle capacità ma anche in base alle condizioni meteo.
Tipo di bici: se si vuole alternare il camino e la carretera ideale è una bici ibrida tipo trekking bike
con forcelle anteriori ammortizzate e con una serie di cambi con almeno 24 rapporti.
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