Il Museo storico-etnografico - naturalistico della Valmalenco 

 

 

 

 

terrazza martini           sede museo

 

Presentazione del Museo alla terrazza Martini di Milano (giugno 1979)

 

Il Museo storico - etnografico - naturalistico della Valmalenco è nato nel 1970 - ad opera di Giancarlo Carrara, Giancarlo Corbellini e Nemo Canetta -

 da una duplice esigenza.

Permettere la testimonianza e la salvaguardia del più genuino patrimonio etnografico ed umano in procinto di venir soffocato

dalle necessità della vita che tendono sempre più a mettere in secondo piano

quell'insieme di tradizioni e di elementi culturali significativi di una civiltà locale ricca di valori purtroppo non abbastanza valorizzati.

Inserire le tradizioni e le attività della valle in un discorso globale e organico che potesse meglio evidenziare le sue ricchezze umane e materiali.

 Il Museo - gestito dall'Associazione Amici del Museo - era ospitato nella Chiesa Parrocchiale dei S.S. Giacomo e Filippo, nell'adiacente cappella di

San Carlo e nel soprastante locale dell'antico Municipio

eRA articolato in cinque sezioni principali che consentivano una conoscenza ampia e approfondita delle attività umane, delle risorse e

degli aspetti naturalistici della Valmalenco.

 

Negli anni seguenti alla sua inaugurazione, il Museo non si è limitato alla pura e semplice opera di conservazione dei reperti,

ma si è configurato come un centro di propulsione culturale e promozionale di iniziative volte alla migliore conoscenza della Valmalenco.

 E' nata così, a poco a poco, l'idea del Museo diffuso della Valmalenco che si dilatasse dall'angusto spazio dei locali

e giungesse ad abbracciare l'intera valle.

Fu considerata innanzitutto prioritaria la posa in opera delle necessarie infrastrutture:

cartelli indicatori all'inizio degli itinerari),segnalazione specifica lungo i sentieri,

accordo con i gestori dei rifugi del C.A.I. e privati che ne costituivano  i punti di appoggio, eccetera.

Nel giro di due anni i responsabili del Museo - Giancarlo Corbellini e Nemo Canetta -  hanno segnalato (ovviamente a titolo gratuito)

quasi 200 chilometri di sentieri che conducevano a località di interesse storico, etnografico e naturalistico

che venivano così a trasformarsi nell'ideale prolungamento all'aperto delle rispettive sezioni del Museo (dal catalogo del Museo, 1983)

 

                 

Lo schema del Museo diffuso nel territorio (Ecomuseo dellla Valmalenco)

Per saperne di più:

www.ecomuseodellavalmalenco.it

 

 

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Da anni però il Museo della Valmalenco, sfrattato dalla chiesa parrocchiale,

è chiuso e i reperti si trovano in un deposito in attesa che il comune di Chiesa appronti una nuova sede.

Nel 2005 l’Associazione Amici del Museo della Valmalenco ha deciso di donare le collezioni al comune di Chiesa,

subordinando la donazione ad alcune condizioni

che fino ad ora non sono state ottemperate dalle amministrazioni che si sono succedute e

che non hanno neppure provveduto a predisporre una sede alternativa.

Nel frattempo è nata l’Unione dei Comuni della Valmalenco che, riprendendo il progetto del Museo, sta realizzando un ecomuseo della Valmalenco.

I reperti quindi dovrebbero essere donati a questa istituzione con l’apertura di un nuovo Museo della Valmalenco.

 La disponibilità alla donazione è quindi sempre presente, ma si rimane in attesa dell’evoluzione del progetto (che ha tempi politici) e

soprattutto della definizione dei locali da destinare al museo e del loro allestimento.

 E intanto il museo rimane chiuso....

 

 

 

 

 

 

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